A cura di Manuela Moschin
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Oggi vi invito a immergervi nelle opere di un pittore veneziano che nel Settecento era uno degli artisti maggiormente influenti sul piano innovativo. Mi riferisco ad Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia, 1697- Venezia, 1768), che realizzò quello che lo storico dell’arte Roberto Longhi definì “Certezza illuministica di verità assoluta”. Dal punto di vista artistico, Venezia nel Settecento fu un’epoca di rinnovamento. I pittori veneziani venivano richiesti in tutta Europa, occasione per cui ebbero l’opportunità di sperimentare tecniche e generi nuovi. Canaletto si trasferì dapprima a Roma e poi a Londra, dove ricevette numerose commissioni inglesi attraverso l'amico mecenate e collezionista d'arte Joseph Smith (1682-1770). Canaletto è noto per essere stato il pittore del vedutismo, un genere pittorico nato nel ‘700, caratterizzato dalla rappresentazione di vedute prospettiche di città e paesaggi, che venivano realizzate mediante precise condizione di luce. Ne conseguiva una raffigurazione realistica, simile a una fotografia, come una cartolina illustrata. Il suo maestro fu proprio il padre con il quale collaborava nell'allestimento di teatri veneziani, dipingendo scenografie teatrali. Per realizzare le sue famose vedute, possedeva una tecnica particolare, che applicava avvalendosi della camera ottica o camera oscura. Era uno strumento simile alla macchina fotografica, utilizzato per definire lo spazio e rendere il dipinto qualitativamente realistico e particolareggiato. L'immagine del paesaggio era proiettata su un foglio oppure direttamente sulla tela e poi di seguito veniva ricalcata. Il Ritorno del bucintoro al Molo, nel giorno dell’Ascensione è una celebre veduta di Venezia ricca di colori e caratterizzata da una forte dinamicità. La scena sembra balzare fuori dalla tela e le figure si muovono vivacemente in un'atmosfera realista. Canaletto usava rappresentare molto spesso la festa dell’Ascensione, una solennità molto sentita a Venezia. Ogni anno il Doge gettava un anello in acqua per rinnovare lo Sposalizio del Mare, come simbolo del legame della città con il mare. La rievocazione si svolgeva su una galea a remi, chiamata Bucintoro, che veniva fastosamente impreziosita con decori rossi e bassorilievi ricoperti d'oro. L’opera è ricca di dettagli come i personaggi che animano la scena, le imbarcazioni in movimento che creano piccole increspature e riflessi sulla laguna, le due colonne di San Teodoro e San Marco, la ricca decorazione del Palazzo Ducale con i marmi bianchi e rosa, l’imponente Basilica di San Marco e l’altissimo campanile.
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