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Fiori di canto di Luigina Parisi

Recensione

A cura di Manuela Moschin

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Delicate e intense sono le parole rivolte al padre ad aprire Fiori di canto, la raccolta di poesie di Luigina Parisi: Io sono le mani di mio padre, resistenti fuori e morbide dentro.

I suoi versi profumano di storie vissute tra viuzze di borghi antichi, trasudano di saggezza quando afferma A chi punta occhi di brace sugli altri / chiedo di guardarsi dentro. Esprimono un accentuato amore per la sua terra, la Puglia: Notte rosa nuda di stelle / su una terra che respira / coi sussurri del vento. Mentre leggevo le sue poesie la immaginavo assorta in riva al mare, quando la brezza accarezzandole il viso illuminava i suoi pensieri. Emergono pure ispirazioni, costellate di sogni e ritagli di cielo. Sono le brillanti stelle ad attrarre la scrittrice che unite ai baci di sole e alle candide nubi forgiano sotto una volta a stella uno spirito armonioso, in un crescente senso di leggerezza.

Questo è il terzo libro che leggo di Luigina, ogni volta rimango estasiata dal suo saper raccontare le gioie e i tormenti dell’animo umano con grande partecipazione emotiva. Una scrittura curata, elegante e raffinata, che ricorda i grandi poeti del passato. Immergendomi nell’atmosfera descritta in queste amabili liriche, ho percepito un sentimento di affetto, avvertendo il desiderio di complimentarmi con lei per quest’opera importante, che ogni appassionato di poesia dovrebbe leggere. Luigina ha un grande dono ed è quello di riuscire ad accendere le emozioni, coinvolgendo le coscienze più sensibili, scuotendole nel loro intimo. È nel miracolo della natura che la vena poetica di Luigina esulta di gioia: Farò mio l’odore dei fiori che costeggiano la via. È l’amore per la vita che domina nei suoi versi, quella voglia di urlare al creato che la bellezza si cela nelle piccole cose e nella capacità di meravigliarsi osservando le conchiglie bianche oppure ogni seme che germoglia.

Impeccabili versi nei quali l’autrice declama: A volte soffro di ritenzione di pensieri / rinnegano il divenir parola / allora taccio e vivo di pelle / ma di notte vi traspaion le stelle / a crear luci, ombre e vicoli di sangue. Non dimenticherò mai la sua penultima opera Un abbraccio sospeso, dove ho adorato lo stile, la struttura del testo e l’argomento trattato.

Complimenti Luigina per questo incantevole viaggio, in cui la poesia trascina il lettore, come una foglia che si fa cullare dal turbinio del vento.

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