A cura di Manuela Moschin
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Desidero condividere con voi la bellezza di questo affresco di grandi dimensioni che misura cm. 650x300. L'opera si intitola Il banchetto di Cleopatra e Antonio, dove viene narrata la vicenda dei due amanti che si incontrano a un banchetto. Cleopatra è abbigliata come una dama settecentesca. Il pittore ha scherzato un po' con i personaggi, raffigurando la regina con il volto della nobile veneziana Maria Labia, mentre egli si è autoritratto nella figura vestita di azzurro alle spalle di Antonio. Tiepolo, rappresentando un episodio storico, si contraddistinse dai suoi predecessori maggiormente interessati a illustrare scene mitologiche o religiose. L’artista si avvalse della collaborazione di Gerolamo Mengozzi detto il Colonna (1688-1772), un pittore molto abile nella composizione di dipinti su volte e pareti di palazzi veneziani, realizzando opere rigorosamente prospettiche, utilizzando la tecnica della quadratura nel trompe-l'oeil, ossia un genere pittorico in grado di suscitare nell'osservatore l’illusione di vivere realmente la scena. Colonna era un eccellente professore di disegno e scenografo di grande abilità tecnica, che si era specializzato nel cosiddetto quadraturismo, un termine derivante dal pittore e biografo Giorgio Vasari per definire quelle “forme di quadro” disegnate con la squadra e il compasso. Tiepolo inserì l’episodio storico nell’impalcatura scenografica e prospettica predisposta dal Mengozzi. I quattro gradini dipinti sottolineano la teatralità compositiva, che presenta il punto di vista prospettico dal basso verso l’alto. È straordinaria l’atmosfera fresca e brillante resa dalla luce, ottenuta mediante l’utilizzo dei colori complementari, una tecnica proveniente dal Veronese, grande maestro della pittura veneta del Cinquecento. Tiepolo per creare un effetto luminoso che avvolge l’ambiente e i personaggi usava abbinare coppie di colori (il giallo e il violetto, l’azzurro e l’arancio, il rosso e il verde). Giambattista nacque a Venezia nel 1696 e morì a Madrid nel 1770. Egli non ebbe un vero e proprio maestro, ma si rifece alla pittura cinquecentesca del Veronese. L’artista era un abile disegnatore, con pochi tratti di matita e qualche velatura ad acquerello riusciva a ricavare dei capolavori dotati di una luminosità unica. Decorò palazzi e chiese in vari paesi italiani ed europei. Fu richiesto anche dal principe di Wurzburg in Germania per decorare la sua Residenza e dal re Carlo III in Spagna per affrescare le sale del Palazzo Reale.
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