Recensione
A cura di Manuela Moschin
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Incuriosita dalla scrittura di Philip Roth, del quale non avevo mai letto nulla, mi sono addentrata in questo romanzo del 1990 intitolato Inganno. Basato su una serie di dialoghi tra due amanti, che vede come protagonisti uno scrittore ebreo americano e una donna colta, ci si imbatte in qualcosa di unico. Nel racconto non compaiono descrizioni dettagliate, oppure particolari ambientazioni. Conversazioni e soltanto conversazioni in un fluire di espressioni altisonanti.
Ambientato per lo più in una stanza, luogo di incontro della coppia adultera, l’autore dà libero sfogo a temi legati alla condizione degli ebrei nella società occidentale, al tradimento, al sesso, alle falsità, al cancro e alla depressione.
Il nome dello scrittore protagonista è Philip, proprio come l’autore del romanzo, che attraverso uno stile ironico propone al lettore una serie di riflessioni profonde. Philip Roth è un autore che si contraddistingue per essere fortemente autobiografico, scrivendo romanzi che spesso includono un narratore chiamato con lo stesso suo nome. Nato nel New Jersey il 19 marzo del 1933, da genitori ebrei immigrati, nei suoi scritti tende a trattare l’antisemitismo americano: «Ho avuto così poco a che fare con gli ebrei. Non so niente dell’antisemitismo. Negli anni in cui sono nata io, nel mio paese non ce n’erano più rimasti di ebrei. Non ero neanche capace di riconoscere un ebreo. Non mi accorgevo delle differenze nei tratti del viso. Non so perché. Io leggo i libri, leggo le descrizioni ma, non so come, non ritrovo queste cose nella gente che incontro per strada».
I due adulteri si scambiano opinioni, sfogando le proprie frustrazioni, riguardanti le relazioni coniugali con i rispettivi consorti. Emergono le vite di entrambi in modo graduale. Il libro si legge comunque in maniera rapida, poiché è costituito da poche pagine.
Un romanzo che arricchisce il bagaglio culturale, malgrado diverse opinioni contrastanti relative a un’ampia cerchia di lettori che lo reputano noioso.
Concludo riportando un passaggio tratto dal romanzo: «Quello che succede nella storia è che è punteggiata di disastri, e quando tu studi la storia ti lasci dietro un disastro e già ti aspetti il successivo, e cammini verso il baratro, ci sono concetti e date, li impari e superi l’esame. Con la vita il guaio è che non sai se questo è veramente un percorso in discesa. Con la vita il guaio è che non sai affatto cosa sta succedendo veramente.»
Sinossi
Al centro di Inganno ci sono due adulteri nel loro nascondiglio. Lui è uno scrittore americano di mezza età che vive a Londra, di nome Philip. Lei è una donna inglese spigliata, intelligente e colta, compromessa da un matrimonio umiliante a cui, a poco più di trent'anni, è già a malincuore rassegnata. L'unico ingrediente del libro, e l'unico di cui si senta il bisogno, sta nelle loro conversazioni, per lo più schermaglie amorose prima e dopo aver fatto l'amore: un dialogo acuto, ricco, scherzoso, inquisitorio, che presenta il mondo circoscritto dell'intimità adulterina con una schiettezza senza eguali.
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