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L'Annunciazione di Leonardo Da Vinci


Leonardo Da Vinci "Annunciazione" 1472-1475 ca., olio e tempera su tavola, cm.98x217, Gallerie degli Uffizi, Firenze


Leonardo Da Vinci "Annunciazione" 1472-1475 ca., olio e tempera su tavola, cm.98x217, Galleria degli Uffizi, Firenze

A cura di Manuela Moschin

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Buongiorno con questa celeberrima opera intitolata "Annunciazione" (1472-1475 ca.), che fu eseguita da Leonardo Da Vinci in età giovanile. Inizialmente fino al 1867, ovverosia quando il dipinto si trovava nella sagrestia della chiesa di San Bartolomeo, veniva attribuito a Domenico Ghirlandaio. Successivamente, dal momento in cui venne trasferita nella Galleria degli Uffizi, fu riconosciuta come un’opera di Leonardo.

Se si osserva il dipinto dal punto di vista frontale, si può notare che lo sguardo si dirige verso la montagna che paradossalmente diventa la protagonista del quadro, offuscando quindi l’immagine di Maria. Questa particolarità è dovuta al fatto che i pittori di quel periodo si rifacevano a dei simboli ripresi da testi fondanti. La raffigurazione di Leonardo si basa sugli scritti di Bernardo di Chiaravalle, abate e teologo francese dell’ordine cistercense, che scrisse quattro omelie sul vangelo di Luca (l’unico evangelista a descrivere l’Annunciazione). In una di esse fa riferimento al Monte dei monti “Mons Montium”, asserendo che il Cristo è il Monte perché è il Santo dei santi.

Il mare su cui si trova la montagna rappresenta il mondo degli umani, dei pagani. Il simbolo del “Monte sul mare” allude al Cristo che domina sul mondo. Altri segni nel quadro sono rappresentati dagli abeti, olmi e cipressi, che fanno riferimento ai legni del santuario del Signore presenti nel ventre di Maria. Le ali dell'angelo fanno parte degli studi che Leonardo eseguì sugli uccelli. Sono presenti diverse tipologie di fiori che sono emersi con il restauro.

Inoltre, se si guarda il quadro posizionandosi al centro si percepiscono certe discrepanze, che appaiono come delle difficoltà prospettiche, ma che in realtà non lo sono. Si nota, per esempio, che il braccio di Maria e le bugne vennero rappresentati troppo lunghi. Sembrerebbe che queste discrasie furono degli espedienti compositivi per consentire l’acquisizione di giochi anamorfici. Se si esamina il dipinto disponendosi nella parte destra si potrà constatare che tutto si ricompone, il braccio di Maria si accorcia e l’edificio si allunga. Pare che l'opera, proveniente dalla chiesa di San Bartolomeo a Oliveto a Firenze, fosse situata su un altare laterale. L'ingegno di Leonardo superava ogni limite e in questo caso intendeva calcolare la disposizione del dipinto.

Buona Giornata in arte

Manuela






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