Gallerie dell'Accademia, Venezia.
A cura di Manuela Moschin
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Albrecht Dürer il 7 febbraio 1506, in occasione del suo secondo viaggio a Venezia, scrisse una lettera al suo tipografo di Norimberga «Tutti mi avevano detto che era un grand’uomo, e infatti lo è, e io mi sento veramente amico suo. È molto vecchio, ma certo è ancora il miglior pittore di tutti».
Il veneziano Giovanni Bellini (1433-1516) è considerato uno degli artisti più influenti del periodo rinascimentale. Anche il padre Jacopo Bellini e il fratello Gentile furono pittori molto importanti della scuola veneziana, infatti Giovanni inizialmente si formò nella bottega paterna.
Andrea Mantegna, invece, fu per lui il cognato, in quanto sposò la sorella Nicolosia. Mantegna ebbe su Giovanni un notevole influsso, anche se questi maturò uno stile più propriamente pittorico, modulando i colori con il chiaroscuro, a differenza di Andrea che impostava le sue opere secondo una conformazione volumetrica e scultorea. È noto che Giovanni Bellini tra le varie opere realizzò una serie di Madonne col Bambino, ispirandosi ai modelli delle icone bizantine, che da secoli furono importate a Venezia e reinterpretandole con un tocco particolare. La maggior parte delle Madonne belliniane non guardano lo spettatore, come accadde con le icone orientali, ma volgono l’attenzione al Bambino, attraverso un’espressione dolce e delicata. In alcuni ritratti lo sguardo della Vergine è assente, triste e perso nel vuoto, come se stesse meditando sulle sofferenze del Figlio, prefigurando in questo modo la morte di Gesù sulla croce.
Nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia sono conservati una serie di dipinti realizzati da Giovanni Bellini dedicati alla Madonna con Gesù Bambino. Si tratta di immagini devozionali ricche di spiritualità, tra queste troneggia la Madonna dei Cherubini rossi (1485 circa), nel quale la Vergine con il busto rivolto lievemente di tre quarti sta sorreggendo Gesù Bambino. Dalle soffici nuvole un coro di paffuti cherubini, tinti di rosso, emergono in sintonia con il colore della veste di Maria, volgendo lo sguardo in diverse direzioni. Madre e figlio si scambiano un’espressione tenera e affettuosa in un contesto paesaggistico affascinante.
La Madonna degli Alberetti è un altro dipinto presente nelle Gallerie dell’Accademia caratterizzato da un effetto naturalistico e da una luce calda, percettibile osservando l’ombra proiettata dalla Vergine sul tendaggio. Sullo sfondo è il chiarore che compare tra gli alberi e dalle montagne innevate a rendere l’atmosfera incantevole. I volti presentano un’aurea avvolta di dolcezza, in cui nello sguardo apprensivo di Maria si coglie un senso di presaga afflizione per il figlio. Sul parapetto in marmo verde si trova la firma dell'artista.
La Madonna del pollice raffigura la Vergine che sostiene tra le braccia il Bambino Gesù, che sta trattenendo con la mano sinistra il pollice della Madre, mentre con l’altra benedice gli astanti. Le due figure possiedono un’aureola, che assieme ai volti illuminati, spiccano da uno sfondo scuro. L’opera proviene dall’Ufficio del Magistrato del Monte Novissimo - Palazzo di Camerlenghi a Rialto, ora conservata nelle Gallerie dell’Accademia.
Le Madonne belliniane simboleggiano dunque l’amore materno, rappresentato con particolare virtuosismo, che affiora da queste meravigliose composizioni luminose e aggraziate. I suoi dipinti sono una perfetta combinazione della cultura orientale e occidentale, ossia tra l’arte bizantina e la pittura veneziana.
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