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Il pittore e architetto Giulio Pippi, detto Giulio Romano (Roma, 1499c.- Mantova, 1546), attivo a Roma e a Mantova, fu allievo e collaboratore di Raffaello Sanzio. Giulio per i suoi dipinti si ispirò in modo evidente ai modelli del maestro, creando affreschi scenografici sorprendenti, come quelli eseguiti nel Palazzo Te di Mantova. Interpretò quindi lo stile di Raffaello, ma in forme più monumentali. Aveva una particolare predilezione per le rovine antiche e dal momento in cui Raffaello fu chiamato a Roma per dipingere le Stanze Vaticane, Giulio lavorò assieme a lui. La Madonna col Bambino di Romano, conservata alle Gallerie degli Uffizi, ricorda nella fisionomia la Fornarina raffaellesca, con le espressioni dei volti che sono dolci, morbidi e colmi di grazia. Le figure inoltre possiedono richiami alla scultura classica, osservabili nella posa del Bambino, che è avvolto dalle braccia di Maria, mentre interrompe la lettura del testo sacro tenendo aperta la pagina con un dito. Gesù gioisce trattenendo tra le mani un mazzolino di fiori e la Vergine invece ci guarda stringendolo al petto. Una scena intima che emana una sensazione di infinito amore.
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