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"La pittura su carta: da Nash a McKean"

A cura di Paolo Beretti "Quando disegni, o guardi al mondo con uno sguardo da artista, riesci a staccare, ad astrarre. Trovi la bellezza nei dettagli, anche qui, perché sono ovunque - piccoli gioielli di bellezza, il gioco della luce sulle pieghe del fango, o del metallo, o della pelle o delle schegge di legno. I contorni del fumo, le irregolarità del terreno, le forme e le linee della composizione."

Nella raccolta "Le vite dei surrealisti"(Johan & Levi editore, 2018) Desmond Morris parla del pittore Nash nel corso della narrazione della vita di Eileen Agar - una delle donne surrealiste - di cui fu uno degli amanti. In seguito figura nell'elenco dei fuoriusciti dal gruppo ufficiale dei surrealisti, per sfuggire al controllo asfissiante da parte del 'capo' Breton. Paul Nash (1889/1946) è stato un importante pittore inglese, sì surrealista ma con altre ascendenze, tra cui quelle cubiste. Da noi non è ricordato tra i grandi artisti del XX secolo, mentre in patria esercita ancora la sua influenza stilistica ed è ricordato come colui che meglio ha documentato gli orrori della prima guerra mondiale, un war artist, come il suo amico Henry Moore lo è poi stato per la seconda.

In mancanza di traduzioni italiane delle numerose pubblicazioni a lui dedicate, solamente da siti inglesi trovo il modo di approfondire gli eventi che caratterizzarono l'esistenza umana e artistica di questo artista, considerato tra i principali esponenti del Modernismo in terra britannica, ovvero del rinnovamento artistico conseguente alle rivoluzioni delle Avanguardie europee. Dopo la morte della madre in un istituto psichiatrico, Nash frequentó la Slade School of Art, con compagni di corso del livello di Ben Nicholson e crescendo in ammirazione per i capolavori di Dante Gabriel Rossetti e William Blake: questi lo ispirò anche nella scrittura di poesie, nelle quali rifletteva la sua visione della natura in toni sognanti. Prima della guerra collaboró al restauro dei cartoni di Mantegna conservati a Hampton Court (i Trionfi di Cesare, di cui ricordiamo qui un esempio), sotto la direzione di Roger Fry, critico d'arte e artista che influenzò col suo stile quello del giovane Nash.


Andrea Mantegna "I trionfi di Cesare - trombettieri e portatori di insegne" 1485-1505 Hampton Court Londra

Paul non era portato per la figura umana, decise quindi di specializzarsi nella pittura di paesaggio, che portò avanti per tutta la vita. Dipingeva una natura densa e opprimente, in un cubismo surreale: tutto è pesante nelle sue tele, persino il sole, con alcune zone cromatiche sature e ugualmente pesanti. Sulla sua formazione incise anche la conoscenza del Vorticismo, una fugace avanguardia inglese nata sul modello del Cubismo e del Futurismo. Nel frattempo anche il suo fratello minore, John, stava nascendo come artista.





Nel corso della I guerra mondiale fu arruolato e inviato in territorio francese, ritrovandosi sovrastato dall'orrore, sconvolto dai cadaveri e dalla devastazione che l'uomo è capace di infliggere al suo amato ambiente naturale. Descrisse quelle terribili esperienze nelle lettere spedite alla moglie (Margaret Odeh, una esponente delle 'suffragette'): "I have seen the most frightful nightmere of a country more conceived by Dante or Poe than by nature, unspeakable, utterly indescribable." Nash reagì alla tragedia reinterpretando con gli strumenti dell'arte le scene che era obbligato a vedere e le sensazioni che si trovava a provare. Quindi eseguì decine di disegni, dal vivo, mentre si trovava nelle trincee, tra i combattimenti e sotto i bombardamenti, rischiando la vita per raccontare da vicino quegli esempi di depravazione della civiltà. Al ritorno a Londra utilizzò questa documentazione grafica traslandola sotto forma di dipinti ad olio; che furono subito esposti, al termine del conflitto, con successo di pubblico e critica.






Nash mantiene la sua notorietà per via di quei tristi e arrabbiati paesaggi sconvolti dall'odio umano; alberi spezzati e cumuli di pietre grigie e nere, che gli ricordavano i resti dei megaliti neolitici inglesi. Ripresosi da un crollo nervoso, come reazione di shock alla guerra, proseguì la carriera artistica realizzando anche stampe litografiche e xilografiche, inserendosi pienamente nel gruppo surrealista e approfondendo la sua ricerca stilistica appassionandosi ai lavori di De Chirico, ammirati in un'esposizione londinese del 1928. Fu tra i fondatori del movimento surrealista 'Unit One', insieme a Henry Moore, Ben Nicholson, Barbara Hepworth. Con l'amante Eileen Agar realizzó alcuni dipinti in coppia, con lei ragionando (ci informa Morris) anche sull'utilizzo artistico degli Objet trouvé: uno di questi, un pezzo di legno, venne inserito nella prima Esposizione Internazionale Surrealista del 1936.



Allo scoppio della II World War, Nash venne assunto come artista di guerra per eseguire i ritratti dei piloti inglesi; per poi essere licenziato visto che, al contrario dalle aspettative, stava dipingendo piuttosto degli aerei abbattuti: fu per merito dello storico Kenneth Clark (un altro dei miei punti di riferimento culturali, all'epoca responsabile per conto del governo inglese della gestione dell'arte della capitale in tempo di guerra) che gli venne riconosciuto il pagamento di quei quattro dipinti. Debilitato dall'asma, si dedicò alla realizzazione di collage di propaganda contro lo figura di Hitler, rifiutati però dal Ministero dell'Informazione.


Il suo dipinto Battle of Germany (1944, di seguito) mostra l'influenza della tecnica del collage sulle sue pennellate, che da surreali stavano deviando verso l'astrazione: tacche di colori spenti che Clark paragona a "differenti piani di realtá".


Nelle ultime opere tornò al ricordo di William Blake. Ancora paesaggi densi di malinconia priva di speranza, con appena un barlume rappresentato dai raggi lanciati da dischi solari che tentano di sbucare tra montagne opprimenti. Per poi spegnersi nel sonno, in un attacco di cuore provocato dall'asma. In suo onore venne tenuto un concerto nelle sale della Tate Gallery, alla presenza della Regina Elisabetta, e sulla tomba venne posto un granito egizio col rilievo di un falco, che aveva raffigurato in uno dei suoi dipinti dipendenti dalla Metafisica (che presento insieme a uno degli ultimi paesaggi ed al ricordo del pittore nel suo studio).


Ma non è finita qui: a sorpresa, abbiamo oggi a disposizione una splendida rievocazione della poetica sviluppata da Nash nella sua esistenza tormentata. Uscita nel 2019 per merito delle Edizioni Inkiostro di Teramo, possiamo ammirare gli splendidi dipinti di Dave McKean nella sua ultima graphic novelintitolata "Black Dog. The Dreams of Paul Nash". McKean acquisí notorietà fin da Violent Cases del 1987, per via dell'effetto di forte novità suscitato dalla simultaneità di stili differenti. Lunga la collaborazione con lo scrittore Neal Gaiman (romanziere di Coralinee American Gods) - è invece insieme a Grant Morrison che firma la graphic novel più venduta al mondo, Arkham Asylum, del 1989, dominata dalla forte presenza del Joker (assai più forte che nel recente film, pur intrigante, pluripremiato con Leone d'oro e Oscar). Di recente, il comitato britannico sorto per le celebrazioni nazionali del centenario della I guerra mondiale ha chiesto a McKean di narrare la vita del pittore simbolo di quella tragedia. Coadiuvato dall'autobiografia di Nash e abitando nei suoi stessi luoghi, con davanti agli occhi gli stessi paesaggi ammirati in vita dal connazionale, il fumettista rievoca non la sua vita, ma i suoi sogni, trasformando le poesie scritte dal paesaggista surrealista in sequenze oniriche a fumetti. Ogni capitolo illustra momenti diversi, procedendo avanti e indietro nel tempo al pari della ricostruzione dei ricordi che elaboriamo nel sonno. Come nei sogni, ogni episodio assume una coloritura espressiva diversa, attraverso l'utilizzo grafico e pittorico dello stile più adatto alla tempesta emotiva che occorre narrare; passando dall'espressionismo al cubismo, dall'astrazione alla fotografia.




Chiudo questo excursus, articolato in tante direzioni come sono gli incontri della nostra vita, con una breve poesia scritta da Paul Nash intorno al 1909 per Mercia Oakley, dove avvertiamo quel sentimento del luogo che lo accompagnò inalterato per tutta l'esistenza (con la mia libera traduzione): "O Dreaming trees, sunk in a swoon of sleep What have ye seen in these mysterious places?" "Oh alberi sognanti, sprofondati in un attimo di sonno, cosa avete scorto in questi luoghi misteriosi?"

(dalla raccolta "Dear Mercia. Paul Nash Letters to Mercia Oakley, 1909-18", edited by Janet Boulton)

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