A cura di Manuela Moschin
Ho scelto il libro Malurmia di Luigina Parisi perché ad ogni pagina il cuore palpita, effondendo intense emozioni e commozione.
Storie raccontate attraverso una profonda sensibilità d’animo, in uno stile fluido che di certo cattura sin dalle prime righe.
Parole che scorrono rapide come foglie sospinte dalla corrente di un ruscello, pensieri che galleggiano alla luce del sole.
Una penna sicura, che possiede padronanza nell’esporre, che sa di vissuti, paure, traumi, sofferenze interiori.
Leggere il libro di Luigina significa aprire uno scrigno segreto, dal quale emergono le nostre anime. Anime che si raccontano in brevi diari appassionati.
Secondo il concetto induista, la parola anima, si traduce in sanscrito Âtman, ossia l’essenza di ogni essere vivente. Ed è proprio ciò che ho percepito immergendomi nelle vicende dei protagonisti. L’autrice ha saputo coglierne lo spirito individuale, interpretando in prosa, esperienze di vita.
«Dove vanno i sogni mai realizzati, le poesie pensate e mai scritte, la musica trasformata in note, quel dipinto fantasticato, quei pensieri lievi che arrivano all’alba di verità emerse dal sonno, ma che si è troppo pigri per sgusciare dal letto e fissare su carta?»
(Da Malurmia, 2020, Luigina Parisi)
Sinossi
Perché questo titolo?
Mi ha sempre affascinato l’ombra, più della luce; e amo il sole perché sa scagliare ombre potenti sulle strade della vita.
Credo sia soprattutto nell’ombra che risieda l’essenza di ognuno, ed che sia l’ombra a dare significato alla luce;
Malurmia è il termine dialettale salentino con cui si indica un’anima che vaga, forse in pena, a cercare qualcosa che chi la vede non capisce; appare come un’ombra incompresa, appunto una mal’ombra, e tutto ciò che non viene compreso inquieta.
È anche il termine scherzoso con cui le nonne scacciavano noi bambini quando bazzicavamo loro intorno senza apparenti motivi. E noi, che quel termine ci attraversava, trasparenti come eravamo, cercavamo i motivi che grondavano dalle loro mani sempre in movimento, perché oziare non si poteva.
Malurmia per me è ciò che ci portiamo dentro, è l’inquietudine che ci permette di alzare il volto al cielo e chiedere, è lo sguardo che scava e si interroga.
In questa serie di racconti ho cercato di portare alla luce le ombre che gli animi più sensibili si portano dietro, spesso ignorate o volutamente sepolte.
Chi sa toccare le tue ombre merita la tua luce.
Luigina Parisi nasce a Racale e si laurea in Scienze Biologiche presso l'Università di Bari. Si dedica per diversi anni all'insegnamento di materie scientifiche.
La poesia è stata sempre fondamentale nella sua vita, scrivendo fin dall’adolescenza, ma solo negli ultimi anni scopre la bellezza della condivisione di versi.
Nel giugno 2018 vince il secondo posto sezione Armi di pace al Premio Vitruvio con la poesia "Nonostante" e a settembre 2018 il primo posto per la poesia "Se mi dici ti amo" al concorso Seclì in versi .
Riceve una menzione di merito al concorso La marineria del Salento per la poesia "Nostalgia".
Vince il terzo posto Premio Vitruvio 2019 con la poesia Mi fidavo di te.
Sempre nel 2019 partecipa al concorso “Arte Musa - Ut Pictura Poësis” conquistandosi il primo posto con la poesia Gennaio.
Presente con le sue poesie in diverse antologie.
Lettrice appassionata da sempre, comincia negli ultimi due anni a scrivere anche in prosa.
Vincitrice del concorso Clepsamia 2019 per la sezione racconti, viene omaggiata dalla casa Editrice VJ Edizioni della pubblicazione di una raccolta di racconti dal titolo Malurmia.
Di prossima pubblicazione il suo primo romanzo d’esordio.
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