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Raffaello e la Stanza dell'Incendio di Borgo


"Incendio di Borgo" di Raffaello Sanzio, 1514 - Affresco, (dimensione massima 728 cm.) Città del Vaticano, Stanza dell'Incendio di Borgo e lo Stile Classico. (Fig.1)

A cura di Manuela Moschin

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La "Stanza dell'Incendio di Borgo" e lo Stile Classico di Raffaello

Le quattro Stanze Vaticane furono affrescate dal 1508-09 al 1520.  In ordine cronologico di esecuzione sono: la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro, la Stanza dell'Incendio di Borgo e  la Stanza di Costantino.

Fu papa Giulio II (1443-1513) (Fig.2) che nel 1508 chiese a Raffaello (1483-1520) (Fig.10) di affrescare la prima Stanza detta della Segnatura, chiamata così perché in essa aveva sede la biblioteca privata del pontefice che lì firmava i documenti. Nel 1513 durante il periodo della decorazione della seconda Stanza, quella di Eliodoro, morì  Giulio II,  pertanto fu il suo successore papa Leone X (1475-1521)(Fig.3) che si incaricò di seguire Raffaello nel compimento delle opere.

La "Stanza dell'Incendio di Borgo" (Fig.1) fu iniziata il 1 luglio 1514 e terminata nel 1517 sotto il pontificato di Leone X.


Raffaello Sanzio "Ritratto di Giulio II" 1511 - Olio su tavola (cm. 108,7x80) National Gallery Londra  (Fig.2)
Raffaello Sanzio "Ritratto di Leone X con i Cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi" (1518) Olio su tavola - Galleria Palatina Firenze (cm. 155,2x118,9) (Fig.3)

Nello stesso anno Raffaello, nominato architetto di San Pietro, studiò gli edifici antichi di Roma e il trattato De Architectura  di Vitruvio il quale,  scritto intorno al 15 a.C. risulta basilare per conoscere i metodi costruttivi degli antichi romani.

Raffaello incaricò il suo amico e collaboratore Fabio Calvo (1450-1527) di tradurre il trattato vitruviano per poterlo studiare direttamente. Ne conseguì una trasformazione del linguaggio dell'artista caratterizzato da uno stile classicista evidente anche nella Stanza dell'Incendio di Borgo.

Lo storico dell'arte Konrad Oberhuber a proposito della classicità di Raffaello scrisse:

E' intorno al 1514 che assistiamo a una definitiva tendenza volta a sviluppare uno stile antiquario nell'architettura e nell'arte plastica, che negli ultimi anni della sua carriera riscosse l'ammirazione di tutti gli umanisti e trasformò in maniera decisiva l'arte a Roma, e con essa quella del mondo intero.

"L'Incendio di Borgo" allude a un avvenimento accaduto nell'anno 847 in Borgo, il quartiere adiacente alla basilica vaticana. Accadde che, in seguito a un incendio divampato nell'Urbe, papa Leone IV affacciatosi dalla Loggia delle Benedizioni del palazzo pontificio spense il fuoco miracolosamente con il gesto del segno della croce. Il committente papa Leone X con questo episodio intende far riferimento alla guerra che in quel momento imperversava tra il re di Francia Francesco I e l'imperatore Carlo V. 

Raffaello raffigurò l'incendio soltanto sul lato sinistro dell'affresco, illustrando vari personaggi che stanno fuggendo dagli edifici in fiamme. In primo piano ritrasse alcune figure in estasi di fronte al miracolo e a destra invece alcuni astanti sono impegnati a spegnere l'incendio.

Tutta la scena è stata concepita al fine di ottenere una prospettiva scenografica teatrale conseguita utilizzando diversi punti di vista prospettici. 

Il dipinto è ricco di movimento, in cui le figure furono rappresentate in pose teatrali e nude come usavano riprodurre gli antichi. A sinistra dell'opera l'artista dipinse un uomo che porta in salvo il vecchio padre sulle spalle, seguito da una donna e un bambino. Si tratta di una ripresa letteraria dall'Eneide di Virgilio, nella quale  viene narrata la fuga da Troia in fiamme da parte di Enea con il padre Anchise, il figlio Ascanio e la moglie Creusa. In questo gruppo e nel corpo nudo muscoloso del giovane che scavalca il muro è riconoscibile in Raffaello la predilezione  per la statuaria antica, essa risulta maggiormente evidente nei disegni preparatori conservati all'Albertina a Vienna (Fig.4-5-6), dove in ogni singolo personaggio è evidente un effetto anticheggiante reso dal volume dei corpi.


Raffaello Sanzio "Giovane che porta sulle spalle un vecchio"  Sanguigna su foglio 1514 ca. (cm. 30x17,3) Vienna, Graphische Sammlung Albertina (Fig.4)
Raffaello Sanzio "Giovane nudo aggrappato a un muro" Sanguigna su disegno a matita nera (cm. 26.5x16.1), Vienna, Graphische Sammlung Albertina (Fig.)Studio per una figura nell'atto di calarsi da un muro presente nell'Incendio di Borgo (Fig.5)
Raffaello Sanzio "Due donne con un bambino" Sanguigna su tracce di matita nera -  Studio per un gruppo di figure che si trovano al centro dell'affresco "Incendio di Borgo"cm.33,6x25) Vienna, Graphische Sammlung Albertina (Fig.6)

Non solo i personaggi ma anche le architetture rappresentate da Raffaello sono dei riferimenti agli edifici della classicità.

Sullo sfondo del dipinto egli raffigurò la facciata dell'antica Basilica paleocristiana di San Pietro ornata da mosaici nota anche come Basilica di Costantino (Fig.7) che era  situata nella zona occupata attualmente dalla nuova Basilica.

A sinistra si trova il tempio in rovina, probabilmente  una ripresa del colonnato corinzio del tempio del Dioscuri (Fig.8) e a destra dipinse un tempio ionico che ricorda  quello di Saturno (Fig.9). Al centro il papa si sta affacciando da un'architettura in stile bramantesco a bugnato (Fig.1). Nell'affresco pertanto sono presenti diversi ordini architettonici: il corinzio della loggia papale, lo ionico con colonne di marmo venato a fusto liscio dell'edificio di destra e colonne scanalate corinzie in marmo bianco a sinistra.

Raffaello Sanzio "Incendio di Borgo" dettaglio, Basilica paleocristiana di San Pietro nota anche come Basilica di Costantino (Fig.7)
Il Tempio dei Dioscuri  noto come Tempio dei Castori - Foro Romano (Fig.8)
Il Tempio di Saturno - Roma (Fig.9)


"Autoritratto di Raffaello Sanzio" 1504-1506,  olio su tavola  cm. 47,5x33 Galleria degli Uffizi - Firenze (Fig.10)

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