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Immagine del redattoreManuela Moschin

Recensione del libro "Malurmia" di Luigina Parisi

A cura di Pasquale Cavalera

Luigina cara, non credo che tu abbia cominciato a pubblicare troppo tardi, perché non c’è mai un troppo tardi. Soprattutto nella scrittura, in cui ognuno di noi percepisce nel cuore quando è il momento giusto per aprire le danze. Però credo che manchino almeno cinque pubblicazioni, libri che sarebbero dovuti uscire prima di questo. Hai una scrittura altissima, molto matura e che è impossibile trovare in uno scritto d’esordio. Se non ti conoscessi, penserei subito a una scrittrice già affermata nel panorama nazionale.

Per intenderci, artisti per i quali si percorrerebbero decine di chilometri pur di assistere a una loro presentazione e raccattare il famigerato autografo. Sei eccellente, la scrittura stabile, forte, collaudata, parole lì dove devono stare. Il contenuto è profondo, denso, corposo, melodico e molto spesso poetico. “A colorare entro i bordi coi colori richiesti dal caso”. “Del suo grido di madre mancata, del suo dolore di figlia inquadrata”.

Adoro la simmetria nella scrittura. Dimensioni del libro, caratteristiche della copertina e formattazione interna perfetti, sono stati bravissimi nell’impacchettare l’intero lavoro.

Ho letto pagine silenziose che gridano dolore, urlando con rabbia ogni nostra umana debolezza. Scrivo nostra perché è impossibile non ritrovarsi nelle storie, tutti abbiamo sofferto per un parente malato, tutti abbiamo imprecato con paura contro un animo bastardo che cercava di farci del male, alcuni di noi hanno anche abbandonato per poi pentirsene quando oramai era troppo tardi.

La ricorrenza della notte mi ha fatto star male, perché hai accomunato la notte a ciò che è realmente. Una buia cupola che senza scrupolo racchiude al proprio interno il tormento, la ricerca, l’inquietudine, la necessità di evadere da questo cazzo di mondo. E magari cambiarlo, in meglio, perché noi siamo il meglio. Nonostante tutto, nonostante tutti. Il tuo libro mi ha stonato. Concludo con un’esortazione. Ora è il tuo momento, hai cominciato a pubblicare, bene. Non devi più fermarti, perché hai metodo, tecnica, contenuti, eleganza, idee originali e un occhio attento. Sono convinto che moltissime persone abbiano necessità di leggere e far propri i tuoi pensieri, non solo come motivo di riflessione, ma soprattutto come strumento vitale per un’intima crescita personale. E io sono senza dubbio tra i primi ad averne bisogno.

Sinossi

Perché questo titolo?

Mi ha sempre affascinato l’ombra, più della luce; e amo il sole perché sa scagliare ombre potenti sulle strade della vita.

Credo sia soprattutto nell’ombra che risieda l’essenza di ognuno, ed che sia l’ombra a dare significato alla luce;

Malurmia è il termine dialettale salentino con cui si indica un’anima che vaga, forse in pena, a cercare qualcosa che chi la vede non capisce; appare come un’ombra incompresa, appunto una mal’ombra, e tutto ciò che non viene compreso inquieta.

È anche il termine scherzoso con cui le nonne scacciavano noi bambini quando bazzicavamo loro intorno senza apparenti motivi. E noi, che quel termine ci attraversava, trasparenti come eravamo, cercavamo i motivi che grondavano dalle loro mani sempre in movimento, perché oziare non si poteva.

Malurmia per me è ciò che ci portiamo dentro, è l’inquietudine che ci permette di alzare il volto al cielo e chiedere, è lo sguardo che scava e si interroga.

In questa serie di racconti ho cercato di portare alla luce le ombre che gli animi più sensibili si portano dietro, spesso ignorate o volutamente sepolte.

Chi sa toccare le tue ombre merita la tua luce.


Luigina Parisi nasce a Racale e si laurea in Scienze Biologiche presso l'Università di Bari. Si dedica per diversi anni all'insegnamento di materie scientifiche.

La poesia è stata sempre fondamentale nella sua vita, scrivendo fin dall’adolescenza, ma solo negli ultimi anni scopre la bellezza della condivisione di versi.

Nel giugno 2018 vince il secondo posto sezione Armi di pace al Premio Vitruvio con la poesia "Nonostante" e a settembre 2018 il primo posto per la poesia "Se mi dici ti amo" al concorso Seclì in versi .

Riceve una menzione di merito al concorso La marineria del Salento per la poesia "Nostalgia".

Vince il terzo posto Premio Vitruvio 2019 con la poesia Mi fidavo di te.

Sempre nel 2019 partecipa al concorso “Arte Musa - Ut Pictura Poësis” conquistandosi il primo posto con la poesia Gennaio.

Presente con le sue poesie in diverse antologie.

Lettrice appassionata da sempre, comincia negli ultimi due anni a scrivere anche in prosa.

Vincitrice del concorso Clepsamia 2019 per la sezione racconti, viene omaggiata dalla casa Editrice VJ Edizioni della pubblicazione di una raccolta di racconti dal titolo Malurmia.

Di prossima pubblicazione il suo primo romanzo d’esordio.


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