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Immagine del redattoreManuela Moschin

Roberto Blandino e il suo "I Custodi del Cigno"

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Buongiorno carissimi, oggi ho l’onore di intervistare lo scrittore Roberto Blandino: vi consiglio caldamente di leggere, oltre il suo libro "I Custodi del Cigno", anche questa splendida intervista, poiché dalle sue considerazioni ne trarrete molti spunti, riflessioni e alcuni interessanti consigli.

Inoltre, Roberto sarà lieto di rispondere alle vostre eventuali domande direttamente nei commenti.

Vi lascio anche il link di un articolo che gli dedicai dove vi parlo dell'opera d'arte "La Torre di Babele" (1563) di Pieter Bruegel, uno dei protagonisti del Thriller. 

Ciao Roberto, ti ringrazio per aver accolto la mia richiesta. È un grande piacere poter interagire direttamente con te. Prima di parlare del tuo affascinante Thriller “I Custodi del Cigno” ti pongo alcune domande per scoprire in quale modo hai raggiunto la tua carriera di scrittore: 

- Ci racconti di te? Chi è Roberto Blandino? 

Ciao Manuela, innanzitutto grazie per la tua gentilezza. L’onore è mio. Per quanto riguarda la tua domanda, Roberto Blandino è un uomo con tanti interessi e alcune passioni, come moltissimi altri, e che ha la fortuna di vivere una vita piena. Scrivere è una delle passioni che coltivo, infatti. 

- Quando hai cominciato a scrivere? Cosa scrivevi all’inizio? 

Direi che ho cominciato per diletto fin dalle scuole elementari. I miei insegnanti già allora si erano accorti che avevo una certa propensione alla scrittura e un minimo di proprietà di linguaggio e mi hanno incoraggiato a svilupparli ulteriormente. Col tempo è venuta anche la passione per lettura, un requisito indispensabile per chi si accosta alla scrittura, a qualsiasi livello voglia aspirare. Ho cominciato con racconti e romanzi brevi, a volte riscrivendo romanzi già scritti da altri celebri autori, oppure proseguendo le loro storie. Un esercizio che, insieme ai riassunti di poemi famosi come compiti scolastici, mi ha permesso di cimentarmi in età più adulta con opere originali. 

- A quale genere letterario appartengono i libri che leggi o che hai letto in passato? Ci indichi alcuni libri che ti hanno colpito particolarmente? 

Libri di avventura, thriller, gialli e noir. A 14 anni circa avevo già letto tutti i romanzi di Agata Christie e Conan Doyle, per esempio, oltre ai classici come Iliade, Odissea, Don Chisciotte, Orlando Furioso e Gerusalemme liberata ecc… Tieni conto che di professione sono un investigatore e quindi, in un certo senso, conosco i meccanismi di indagine. Ho letto anche quasi tutti i libri di King e Barker, giusto per citarne alcuni, così come i classici esoterici di Elifas Levi piuttosto che di Rudolf Steiner… Fondere successivamente tutti questi generi è stato per me quasi inevitabile, contando che provengo da una famiglia di spiritisti ed esoteristi. 

- Ci racconti l’emozione del tuo primo libro pubblicato? 

Come puoi immaginare, è stata una grande gioia, soprattutto perché non ho mai pensato seriamente di poter sottoscrivere un contratto con un editore importante. Ho sempre scritto libri che avrei voluto trovare sugli scaffali delle librerie, ma non ho mai pensato di essere “pronto” al grande salto. Ho cominciato come autore self, come moltissimi altri, e in questo ho avuto un discreto successo, ma non mi sono mai sentito “arrivato”, neppure dopo essere riuscito là dove il 99% degli aspiranti scrittori falliscono. Nel senso che riserbo per me stesso poca indulgenza, nello scrivere come in altri aspetti della mia vita, ergo non sono mai pienamente soddisfatto di ciò che scrivo. In definitiva, non mi sento mai completamente appagato e realizzato, in modo da avere come obiettivo un costante miglioramento, ove possibile. In effetti, ancora oggi fatico a considerarmi uno scrittore, seppure, innegabilmente, io lo sia a tutti gli effetti. 

- Come nascono le storie che racconti? 

In realtà, per quanto difficile da credere, molto di ciò che racconto non è frutto di fantasia. Nel senso che sono solito imbastire una storia dentro la storia. Così facendo, spesso invoglio i miei lettori a volerne sapere di più, ad utilizzare i miei romanzi come punti di partenza, come spunti di riflessione. E’ difficile scindere realtà e fantasia, e questo credo sia un punto di forza delle mie opere. Poi, inevitabilmente, anche i personaggi che si muovono all’interno di queste storie hanno una controparte in carne ossa, se non altro per alcuni aspetti. 

- Ci sono state letture particolari o scrittori che hanno ispirato il tuo lavoro? Quali sono le fonti d’ispirazione dal momento in cui decidi di scrivere un libro? I tuoi racconti contengono riferimenti tratti da esperienze reali, autobiografiche o dalla tua immaginazione? 

Come dicevo, un valido scrittore deve necessariamente essere un avido lettore, e questo stride con la realtà italiana, la peggiore d’Europa, dove 7 italiani su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno, esclusi i testi scolastici e tecnici, ma dove al contempo vi è la più alta percentuale di aspiranti scrittori. Leggere, avere solide basi, quantomeno nel genere letterario che ci è più congeniale, è imprescindibile. Per quanto mi riguarda, più che dai testi letti, traggo ispirazione dalla realtà che mi circonda, la quale è molto spesso più incredibile ed enigmatica della più sfrenata fantasia. Personaggi, situazioni, accadimenti… tutto può essere fonte di ispirazione da mescolare con altri elementi fantastici e immaginari. 

- E ora parliamo del tuo Thriller “I Custodi del Cigno”: il dipinto "La Grande Torre di Babele" del grande artista fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, il misterioso manoscritto Voynich e il radiotelescopio del Vaticano sono alcuni dei protagonisti del tuo libro. Da cosa deriva il tuo interesse per queste tematiche?  

Credo fermamente che tutto sia in connessione con tutto, e che le divisioni e i limiti siano solo, eventualmente, nella nostra testa. Pertanto non vedo alcuna reale separazione tra i vari argomenti, tra i vari rami dello scibile umano. Arte, astrofisica, religione, magia, esoterismo, storia… sono solo i lati di un poliedro. Da mio padre, valido ingegnere, ho ereditato il pensiero cartesiano, razionale, scientifico ma “possibilista”, mentre da mia madre, astrologa, cartomante e medium, ho acquisito il pensiero metafisico necessario a sintonizzarmi su realtà più sottili, ma non per questo meno veritiere. Le letture che ho scelto, e che continuo a scegliere, sono quindi a cavallo tra questi due “emisferi”, che non sono certo in antitesi, ma collaborano per permettere una visione corale e unificata di ciò che è la realtà ultima delle cose. Concentrarsi solo su di un aspetto, un lato, un argomento, è troppo limitativo per me. 

- …e poi ancora l'arte, l’esoterismo, l'astrologia, il buddhismo, l’astrofisica, la scienza, la storia e la magia: molteplici argomenti differenti tra loro. Immagino tu abbia eseguito un accurato e approfondito studio al fine di conciliarli tra loro. Credo non sia stato semplice. Come ci sei riuscito? 

Sono curioso, fin da bambino. Ho un irrefrenabile moto propulsivo che mi spinge a combattere la mia ignoranza. Non sapere, non conoscere, non capire sono condizioni che mi opprimono. Devo espandere costantemente i miei limiti, le mie conoscenze, altrimenti ne soffro grandemente. Ma più argomenti affronto, più nozioni acquisisco, più mi rendo conto che esistono infiniti collegamenti che sono in grado di raccordare quel poco che so e ho compreso. E’ una forma di adattamento, se vogliamo intenderla così. O forse, una delle tante manifestazioni dell’intelligenza umana. Ma più importante ancora è l’intelligenza che sta a monte di tutto, quel quid pluris che diventa sempre più evidente, man mano che togliamo il velo dai nostri sensi. Studiare, riflettere su molteplici argomenti, sembra apparentemente inutile nell’era della modernità e superficialità contemporanea. Se pensiamo che con un qualsiasi smartphone è possibile accedere a tutta la conoscenza umana con un paio di click, ma che invece preferiamo utilizzare il nostro tempo per litigare sui socials, ecco che lo scenario appare sconsolante e drammatico. I libri, in fondo, sono solo porte spalancate su altri mondi. Sfagliarli è aprire quelle porte. Un’azione quanto mai necessaria, oggigiorno. 

- “I Custodi del Cigno” ha per protagonista l’affascinante e colto Gabriel Delacroix, un archeologo esperto di materie esoteriche che ritroviamo anche nel libro “Lo Spirito del male” che tra l’altro ho adorato. Come nasce Gabriel Delacroix? A cosa ti sei ispirato per plasmare il personaggio? Hai qualche aneddoto a riguardo da raccontarci? 

Una parte considerevole di Gabriel racchiude molto di me stesso. Non è propriamente un alter ego, ma poco ci manca. E’ inevitabile per uno scrittore proiettare le proprie zone di luce e di ombra all’interno dei suoi libri, nel dare voce e azione ai vari personaggi. Ovviamente, anche tutti gli altri “caratteristi” dei miei racconti portano con loro altri pezzetti di me stesso, nessuno escluso. E’ un modo molto intimo e personale di aprirsi al lettore, di mettersi a nudo, di abbandonare la maschera e la corazza che tutti noi indossiamo per sopravvivere nella giungla quotidiana. In effetti, qualcuno dei miei intimi, che mi conosce bene, sostiene che Gabriel sia io, in tutto per tutto e non ho valide argomentazioni per dissentire. 

- Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa? 

Ho praticamente ultimato il prossimo romanzo, sempre con Gabriel Delacroix come protagonista. Prima di consegnarlo al mio editore ho ancora bisogno di apportare qualche ritocco, qualche correzione, ma è un lavoro in dirittura di arrivo. Gabriel dovrà risolvere l’enigma di una serie di uccisioni rituali compiute lungo la via michelita e a imitazione degli arcani maggiori dei tarocchi. Le conseguenze saranno sconvolgenti anche per lui, trovandosi ad affrontare un nemico che, apparentemente, questa volta sembra ben al di là delle sue forze. In ogni caso, Gabriel ne uscirà trasformato. Questo romanzo chiuderà un ciclo, ma non sarà l’ultimo con Gabriel come protagonista. Finché sarà apprezzato dal pubblico, continuerò a farlo vivere, ma ho in mente sviluppi molto profondi per questo personaggio. Ho solo bisogno di tempo. 

- C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma che ci tieni a dire? 

Educate i bambini alla lettura. Qualsiasi lettura è meglio di nessuna lettura. Da bambino, mio padre mi “costringeva” a leggere Topolino. Oltre a sviluppare la fantasia e a svagare, il lettering è sempre curato da laureati e scritto in italiano corretto. Ho imparato moltissimi termini leggendolo. E’ un modo utile e divertente per accostarsi alla lettura e per preservare la nostra bellissima lingua. 

Descrizione “I Custodi del Cigno”: 

Manchester, 1582. Elisabetta I di Tudor incontra in segreto il celebre alchimista John Dee, astrologo di corte e suo ridato consulente per le materie occulte. Insieme a Edward Kelley, il suo storico compagno e amico, Dee è a un passo dal decifrare il rompicapo linguistico che secoli più tardi sarà da tutti conosciuto come il Manoscritto Voynich. Alaska, oggi. I membri dello staff in servizio presso un segretissimo radiotelescopio del Vaticano vengono trovati tutti decapitati, denudati e disposti secondo l'Albero delle Sephiroth, disegnato sul pavimento con il loro stesso sangue. Due membri del Servizio di informazione del Vaticano, l'archeologo ed esperto di materie esoteriche Gabriel Delacroix e il gesuita belga padre Jean-Michel Brice, devono far luce sul mistero dell'eccidio, mentre una scia di morti sconvolge l'Europa. 

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Autore Roberto Blandino

Biografia:

Roberto Blandino è torinese, classe ’72. 

Figlio di un ingegnere edile e di un’astrologa professionista, istruttore di arti marziali, astrologo, con un passato di 7 anni nei reparti speciali antimafia. Comincia a cimentarsi nella scrittura, una delle sue passioni fin da adolescente, parallelamente alla carriera militare, partendo dal self publishing. 

Roberto Blandino è rimasto, con i suoi romanzi auto pubblicati, per 13 settimane consecutive al vertice delle classifiche di vendita di Amazon. 

Con il suo primo romanzo “Lo Spirito del Male”, edito da Leone Editore, si aggiudica il Premio Marchio di Qualità al concorso Microeditoria di Qualità della città di Brescia, la Menzione d’Onore della Giuria al Concorso Internazionale Città di Prato e la Segnalazione di Merito della Giuria al Concorso Internazionale Città di Firenze Capitale d’Europa. 

Sempre con la casa editrice Leone Editore lo scrittore Roberto Blandino è in libreria con un nuovo romanzo dal titolo “I custodi del cigno”. Il libro è disponibile online e in libreria dal 30 agosto 2018.

Grazie e Complimenti Roberto! 

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