Recensione
A cura di Manuela Moschin
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Prima di parlare delle grandiose doti narrative della scrittrice Luciana Benotto, desidero introdurre la protagonista dei suoi due ultimi romanzi, ossia Sofonisba Anguissola. Il primo si intitola “Sofonisba. La turbinosa giovinezza di una pittrice”, in cui viene trattata la sua fase giovanile, il secondo in questione ha per titolo “Sofonisba alla corte del re”, ambientato dunque nella corte di Filippo II, il re che invitò Sofonisba in Spagna come pittrice e dama di compagnia della giovane regina Elisabetta di Valois. Sofonisba persona assai stimata, non solo come pittrice, venne adulata da Ascanio, che vide in lei una donna: «Disinvolta, colta, fiera, ironica, allegra e spiritosa, audace e al contempo avveduta».
Sofonisba Anguissola fu una valente pittrice nata a Cremona nel 1532, la quale studiò pittura grazie al padre, che desiderava per le sue figlie una buona preparazione culturale. L’artista manifestò in modo eccellente la sua arte, tanto da essere acclamata da diverse celebrità. Purtroppo, come accadde in genere alle figure femminili del passato, esistevano dei pregiudizi che davano scarso valore alle donne, le quali non ricevevano i meritati riconoscimenti. Ma Luciana Benotto, laureata in lettere moderne e appassionata d’arte, attratta dalle attitudini artistiche dell’artista e dalle vicende che la contraddistinsero, ha voluto dedicarle due volumi magistrali. La pittrice che visse fino a 93 anni, era una donna di gran carattere con un passato ricco di avvenimenti sconvolgenti, altresì interessanti sotto il profilo storico, oltre che artistico. La sua carriera iniziò dipingendo ritratti delle sorelle, come la celebre opera “Partita a scacchi”, dove le raffigurò con un’espressione spontanea durante un momento di vita quotidiana. Nella corte spagnola di Filippo II eseguì ritratti della famiglia reale, in cui a differenza di quelli realizzati per i suoi cari, si nota il tono più austero. Creò anche diversi autoritratti, compreso quello presente sulla copertina del libro di Luciana, in cui si osserva la luce morbida e lo stile manierista, caratteristica presente in tutte le sue opere, tutte realizzate mediante una ricerca di estrema minuziosità e accuratezza dei dettagli. Mi preme, quindi, evidenziare che il romanzo è un’encomiabile indagine storico artistica, ricca di informazioni, aneddoti, citazioni di opere letterarie, un vero concentrato di sapere, che mi ha indotta a leggerlo con attenzione e dedizione per poter godere di ogni singola frase. Si incontrano personaggi noti nel mondo dell’arte, come il pittore Pieter Bruegel oppure il grande Giorgio Vasari: «A metà marzo, un mese e mezzo prima della visita di Giorgio Vasari a Cremona a casa degli Anguissola, Sofonisba aveva cominciato a ritrarre Don Carlos». Ho voluto citare Don Carlos perché si tratta del mio personaggio favorito per il quale ho provato una grande compassione. Ho amato anche le parti liriche, in cui la scrittrice descrive il paesaggio e gli ambienti tramite un’armoniosa prosa poetica: «La Anguissola se ne stava alla finestra del suo atelier a osservare il giardino che declinava sino al fiume. Era tornata la stagione bella che tutto rinnovella, e pure l’allegro cinguettio degli uccelli, mentre nell’aria si espandeva inebriante l’odore della zagara. Il suo sguardo vagava tra i sempreverdi degli aranci e dei limoni e tra gli alberi che avevano appena indossato la nuova livrea, come i melojos, i cui rami erano abbelliti da minuti fiori giallognoli; i suoi occhi frugavano lungo i sinuosi sentieri bordati da aiuole di cisti dai petali bianchi, di rose in bocciolo e di altre essenze di cui non sapeva il nome, e in lontananza intravedeva pure i salici dalle lunghe fronde smosse da una leggera brezza portata dal corso d’acqua». L’autrice, che fu insegnante di lettere e storia, è riuscita a intrufolarsi di soppiatto alla corte del re svelandoci i più intimi segreti. Alla base c’è uno studio approfondito derivante non solo dalla consultazione di volumi di storia e di storia dell’arte, ma anche da svariati viaggi, attraverso cui l’autrice ha avuto modo di visitare dal vivo i luoghi citati. Piacevole da leggere, il libro trasporta il lettore realmente nel Cinquecento con una maestria narrativa esemplare. Vi raccomando di leggerlo e se vi dovesse capitare di seguire il mio consiglio, vi invito a scrivermi perché ci tengo davvero tanto a sapere un vostro parere a riguardo. Conosco bene l’autrice e le sue qualità di scrittrice, desidero perciò con tutta la mia stima, profonda ammirazione e particolare entusiasmo esprimerle i miei più sentiti complimenti.
Sinossi
Sofonisba, a bordo della caracca che la porta a Barcellona, cerca di immaginare cosa l’attende alla corte di Filippo II, il sovrano più potente dell’epoca, che la vuole presso di sé come pittrice e dama di compagnia della giovane regina Elisabetta di Valois. Giunta in Spagna affronterà svariate peripezie e conoscerà persone e storie che la faranno entrare piano piano in un mondo su cui grava lo spirito della Controriforma. Non sono tempi facili per nessuno, e Sofonisba dovrà imparare a districarsi fra intrighi, amori impossibili, struggenti passioni e orribili eventi legati al fanatismo religioso e politico del re e dello spietato duca d’Alba. La spensieratezza degli anni cremonesi ormai è alle spalle: tra rigidi cerimoniali, complotti, balli, congiure, passatempi e sanguinose repressioni, saprà comunque destreggiarsi, ricevendo riconoscimenti per il suo grande talento, e saprà anche trovare persone che l’ameranno sinceramente e a cui lei si dedicherà anima e corpo, a sprezzo della sua stessa incolumità.
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Personaggio interessante davvero! Brava Luciana