A cura di Manuela Moschin
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"La prima virtù di un dipinto è essere una festa per gli occhi". Eugène Delacroix
La barca di Dante (1822) è un'opera pittorica di Eugène Delacroix (1798-1863). Appartenente al movimento romantico, il tema del dipinto deriva dall'ottavo canto dell'Inferno presente nella Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il pittore rappresentò un momento cruciale in cui Dante e Virgilio stanno attraversando la palude infernale Stige, traghettati dal demonio Flegias, ossia la figura raffigurata di schiena. Nel fango sono immersi gli iracondi, che si stanno mordendo a vicenda.
I dannati stanno tentando di salvarsi in un'atmosfera lugubre e sullo sfondo si intravedono fuoco e nuvole di fumo. Nell'insieme traspare un senso di angoscia e di dolore.
Il pittore, che fu un colorista, utilizzò colori espressivi che si esaltano, come il giallo, il rosso e il verde. Dante indossa un cappuccio rosso, assieme a un abito verde e bianco, mentre Virgilio ha sul capo una corona di foglie d'alloro ed è coperto da una veste marrone.
Le figure formose e ben delineate sono di stampo michelangiolésco e potrebbero derivare anche dalle opere di Rubens, del quale il pittore si interessò. Il disegno di Delacroix è immediato ed espressivo. Essendo un pittore di storia e di letteratura romantica prediligeva raffigurare i danni della guerra e la morte degli innocenti, oltre a rappresentare opere poetiche di Shakespeare, Goethe e Dante.
La scena illustra il passaggio verso la città infuocata di Dite, dove Dante incontra l'anima dell'arrogante fiorentino Filippo Argenti intenzionato a rovesciare la barca:
«E io: "Maestro, molto sarei vago
di vederlo attuffare in questa broda
prima che noi uscissimo del lago".
Ed elli a me: "Avante che la proda
ti si lasci veder, tu sarai sazio:
di tal disïo convien che tu goda".
Dopo ciò poco vid' io quello strazio
far di costui a le fangose genti,
che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.
Tutti gridavano: "A Filippo Argenti!";
e 'l fiorentino spirito bizzarro
in sé medesmo si volvea co' denti.»
(Divina Commedia, Inferno, XIII, 52-63 - Dante Alighieri)
Vi abbraccio con affetto.
Buona giornata in arte Manuela.
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